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Il Lago dei Mostri. Racconti di mostri per bambini

Il Lago dei Mostri è un racconto per bambini da due a sette anni. Racconto personalizzato gratis per bambini di una breve storia reale di mostri.

Copertina del libro Racconti Inventati per Bambini. Bambola di pezza con capelli lilla.

 

RACCONTI INVENTATI PER BAMBINI

RACCONTI INCANTATI

Autore: José Tiberius

 

 

RACCONTI PER BAMBINI

Nonostante il titolo, non si tratta di un racconto del terrore o horror, per l’essenza fantastica che lo caratterizza e per i mostri spiritosi e divertenti che vi appaiono.

Da notare che lo stile della storia di mostri è molto semplice, con frasi brevi ed idee piuttosto basiche, come la fame, il gioco, i mostri e l’amicizia.

È un racconto personalizzato, poiché si basa su una storia vera di bambini-mostri. È sempre sorprendente comprovare che ai bambini piace in un certo modo l’identificazione con i mostri.

La storia vera consiste in una gita in un grande parco che aveva un piccolo lago. Le fotografie sono del lago, si può verificare che sembrava effettivamente un lago di mostri e che provocare più paura e terrore dello stesso racconto.

È un racconto spiritoso, fantastico e con morale finale, perché avvisa i bambini del pericolo di avvicinarsi troppo a un lago con la scusa dell’esistenza di mostri come bambini.

Allo stesso tempo si insinua che qualsiasi cosa strana che osservino i bambini deve essere comunicata ai genitori.

Ci sono altri insegnamenti, più o meno diretti, ma li lascio all’analisi del raccontastorie ed al criterio dei bambini.

 

IL LAGO DEI MOSTRI

C’era una volta, in un paesino vicino a Bruxelles,
chiamato Tervuren, un grande parco,
e al centro del parco c’era un bosco enorme;
e in questo bosco, c’era un lago scuro e tenebroso
in cui viveva un mostro, che si chiamava Monsta.

Monsta si era mangiato tutti i mostri che vivevano nel lago
e tutti i bambini che si avvicinavano alla sponda del lago
e proprio per questo aveva una pancia enorme e rotonda;
era talmente grande che, quando il mostro si muoveva,
la trascinava per terra e, per muoversi meglio,
doveva afferrarsi ai rami degli alberi che circondavano il lago
ed erano tutti mezzi rotti e quasi all'altezza dell'acqua.

Il lago di  mostri circondato da alberi

Monsta, il mostro, era affamato, aveva fame;
 non c’era più niente da mangiare, si era mangiato tutti i mostri
 ed i bambini non si avvicinavano
più alla sponda perché avevano paura.

Finché un giorno, vicino al lago
c’era un gruppo di bambini intenti a giocare a pallone
ed un bimbo piccino diede un calcio al pallone
che finì vicino ad un’estremità del lago.

Monsta, che con il passare dei giorni aveva sempre più fame,
guardò quella cosa rotonda,  vicina ad un angolo del lago,
e pensò: me la potrei mangiare.
E così si diresse all'angolo,
trascinando la pancia
e afferrandosi ai rami degli alberi
e, in un boccone, ingoiò il pallone.

Lago con alberi caduti e rami a terra

  E fu così che i mostri ed i bambini che stavano nella pancia,
 incominciarono a giocare una partita di calcio fra di loro,
ed un mostro diede un calcio così forte al pallone che scoppiò.
Tutta l'aria del pallone ne fuoriuscì
e la pancia incominciò a gonfiarsi e gonfiarsi,
 finché anch’essa scoppiò.

Ed ecco che tutti i mostri uscirono dalla pancia
e tutti i bambini si misero a correre verso le loro case
per dire ai genitori eccoci siamo tornati,
per raccontare loro ciò che era successo.

La pancia di Monsta non era più così grande e rotonda
e non toccava il suolo e lui era magro.
Poteva camminare senza afferrarsi ai rami degli alberi
e per di più aveva amici.

C’erano altri mostri nel lago e poteva giocare con loro.
Quindi Monsta pensò:
Non mangerò più mostri e neanche bambini.

Peluche simile a un cucciolo di dinosauro con bambole sedute sulla sua grande coda

E da quel momento,
Monsta mangiava solo i frutti degli alberi
che crescevano vicino al lago.

E quando i bambini si avvicinavano alla sponda del lago,
Monsta gli regalava una passeggiata sul lago
con la sua enorme coda.

 Tutti mangiarono i frutti degli alberi e vissero felici e contenti,

 

E adesso...

A NANNA!